Non più al Governo ma al vitalizio sì. Luigi Di Maio percepirà il compenso mensile per la sua prestazione nei pochi anni a Montecitorio.
È stato spesso oggetto dei lavoratori del governo il fatto vitalizio. Incredibile, solo per pochi mesi lavorativi anche se qualcuno non ha attraversato i corridoi di palazzo Chigi per anni e anni, prende una bella pensione.
Anche se si ha accumulato poco tempo, i parlamentari hanno diritto ad ottenere il compenso per il loro darsi da fare a favore della società italiana. Tra questi spetta anche al bravissimo Luigi Di Maio. Fino a qualche mese fa era esponente del MoVimento 5 stelle.
Eletto a gran voce, ha ricoperto il ruolo del vicepresidente della Camera. Dal 2017 è stato considerato il più giovane della storia italiana, nato ad Avellino classe 1986 il giornalista Di Maio si mette presto nel filone politico che lo ha fatto arrivare fino a Montecitorio.
Luigi Di Maio sarà il percettore del vitalizio tanto decantato e rinnegato prima delle dimissioni dall’ex partito
Nel 2007 appoggerà completamente il partito creato dall’irriverente Beppe Grillo, Luigi è un grande oratore, ammalia chiunque accorra ai suoi comizi. È oro dinanzi agli occhi del suo mentore Grillo e grazie alle sue capacità riesce ad assicurarsi una poltrona. In seguito diviene il Ministro degli affari esteri.
In accordo con la presa di posizione di Draghi pur di restargli accanto si dimette dal movimento dove aveva militato fino a quel momento. Preferisce avere un inizio da solo e verrà seguita da una sessantina di suoi colleghi. La nuova lista si chiamerà Impegno civico ma farà cilecca alle elezioni di fine settembre.
Questo però non gli preclude il vantaggio di ottenere il vitalizio. Nonostante la poca permanenza e le vitalizio di Luigi Di Maio avrà il seguente conteggio che gli permetterà di ricevere soldi e in più dei bonus:
Partendo dalla cifra che accomuna tutti i i deputati, essi hanno diritto a un’indennità lorda di 11.703 euro. La somma detratta al netto sono 5.346,54 euro mensili più una diaria di 3.503,11. A questo va aggiunto un rimborso spese di mandato pari a 3.690 euro.
Non è ancora finita, il calcolo totale è lungo. Allora a quest’ultima cifrona i si aggiungono 1.200 euro annui di rimborsi telefonici e da 3.323,70 fino a 3.995 ogni tre mesi per i trasporti. Il saldo è bello cospicuo e non ci si può lamentare.
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Pensare che proprio nel suo ex partito ci si teneva così tanto ad abolire vitalizi, stipendioni, auto civetta private ecc ecc.