Sindrome dell’impostore? Di cosa si tratta? Quali sono i segnali da prendere in considerazione? Ne soffre proprio LEI.
Che cosa si intende con sindrome dell’impostore? Questa locuzione è stata utilizzata per la prima volta solo verso sul finire degli anni ’70 ed identifica un gruppo di persone che sono convinte di non meritare una successo ottenuto. Nello specifico la persona non si ritiene né abile, tantomeno capace di giustificare il traguardo raggiunto.
Ragion per cui non riconosce i suoi successi e le risulta molto più facile attribuirne il merito a componenti esterni. Sono tre i comportamenti che si verificano più spesso. In primis una tendenza al controllo, un distacco della realtà e una costante richiesta di aiuto al prossimo.
Perché, quindi, si parla di impostori? Questo è molto semplice: coloro i quali non si ritengono degni di aver raggiunto una tale posizione si sentono in qualche modo degli impostori, come se avessero imbrogliato per raggiungere tale obiettivo.
Sindrome dell’impostore, le dichiarazioni arrivano direttamente da Arisa
Non di rado, infatti, si ritiene che la gratificazione ottenuta derivi direttamente da un colpo di fortuna. Una delle paure più grandi per chi soffre di questa sindrome è quella sere in qualche modo smascherati, proprio perché ci si ritiene essere imbroglioni e pieni di segreti.
A parlare di questa patologia è stata proprio Arisa ospite di un nuovo format all’interno del colosso Netflix. La donna si è lasciata andare alle emozioni e ha confessato alcuni aspetti della sua vita passata. Queste sensazioni l’hanno osteggiata e influenzata in una delle sue storie d’amore.
La nota cantante ha affermato, senza troppi giri di parole, di essersi presa cura del compagno più come una mamma che come una fidanzata, descrivendolo e presentandolo alle persone che incontrava quasi come un ottimo partito. Solo per fargli fare bella figura agli occhi degli altri.
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Arisa, infatti, sosteneva che l’uomo meritasse molto di più di lei. Inoltre questo stato d’animo la portava sempre a vederlo triste, attribuendosi la colpa. A ciò si univa anche una forte sensazione di malessere e di disagio.