Una frase che ha inorridito il parterre di Storie italiane. Cronaca di una realtà che lascia scioccati gli spettatori.
Martina scappava da uno stupro, non si è gettata dalla finestra di proposito perché fuori di testa o depressa. Così la sentenza nei confronti di Martina Rossi la vittima del caso di cui oggi si occupa Storie Italiane.
Una vicenda accaduta 11 anni fa e mai placata nella rabbia di chi si approccia ad ascoltare i tanti retroscena di una serata orribile. Unica vittima una dolce e giovane adolescente in gita in balia di due energumeni con intenzioni losche.
La studentessa era a Palma di Maiorca con un’amica. Si era ritrovata da sola in albergo e si erano presentati Vanneschi e Albertoni nella sua camera. La ragazza aveva capito da subito le loro intenzioni malefiche e aveva trovato riparo sul balcone.
Storie Italiane riprende il discorso sul caso di Martina Rossi, la frase lascia incredulità in studio
Voleva salvarsi la vita perché terrorizzata da quello che poteva accadere. Ha tentato quindi di scavalcare la ringhiera dell’affacciata per spostarsi sulla balconata adiacente. E’ precipitata nel vuoto ed è stata trovata a terra agonizzante dalla polizia spagnola.
Per loro la giovane si era suicidata. I genitori sono convinti che sia sfuggita ad un’aggressione ed è scivolata dal balcone. La mamma grida la verità vuole sapere che cosa è accaduto tanto lo sa che la sua piccola non tornerà mai più.
Al tempo il programma Storie italiane mandò in onda più volte l’intercessione di un discorso fatto di sottotono e gesti fra i due imputati. Tra le loro chiacchiere si scorge un sollievo perché insistono che sul corpo della povera vittima non c’erano segni di violenze e quindi per loro era sicuro farla franca.
Una frase colpisce:” E’ stato bello però” tra ghigni e risatine. Un’offesa implacabile fatta da due ragazzi che di sicuro sono instabili mentalmente ma che la legge ha dato ancora un’immagine di pecca nella valutazione del caso omicida.
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Dopo la condanna a tre anni per la violenza sessuale di gruppo, i due carnefici sono ora in semi libertà. Dopo dieci anni di processi, cinque sentenza, i due ragazzi sono liberi la sera di uscire di svagarsi. Per il resto lavorano nelle ditte di famiglia e continuano la loro vita senza pensieri.