Morte tragica ai danni di un operatore ecologico. Non era riuscito a pagare le bollette e si riscaldava con un generatore.
Un fatto di cronaca che ha lasciato l’amaro in bocca. Un operatore ecologico aveva usato il generatore di corrente per riscaldare la casa. E’ morto intossicato dai fumi. Da tempo gli avevano staccato la corrente per non aver pagato le bollette.
E’ stato ritrovato da un collega che si era insospettito nel non vederlo da un po’. Si è recato presso la sua abitazione e lo ha trovato riverso senza vita. Renzo Maccapane aveva 56 anni e svolgeva il ruolo di netturbino presso il suo comune. Era stato scelto tra tanti candidati nel lontano 1995.
Era una persona molto ligia e puntuale, amava stare in mezzo agli altri e fare bene il suo lavoro. per questo quel mattino aveva destato preoccupazione il fatto che non si fosse presentato al lavoro. Era disabile ma riusciva a portare avanti la sua mansione.
Quella mattina i colleghi si erano accorti che il mezzo con quale usava uscire per adempiere al suo lavoro, era fermo in deposito. Più volte è stato chiamato a telefono senza ottenere risposta. Si è sparso un allarme generale perché non era da lui avere un simile comportamento.
Un collega si è diretto verso la sua casa dove ha più volte suonato il campanello. Un odore acre fuoriusciva dalla sua abitazione tanto da allertare i vigili del fuoco. La macabra scoperta ha portato al ritrovamento del suo cadavere. Una scoperta che ha turbato molto soprattutto l’equipe per cui lavorava da tempo.
La vittima aveva portato all’interno delle mura il generatore di corrente che usava dopo che gli avevano staccato le bollette non pagate da circa due anni. Quella notte era stato un forte temporale e le temperature erano scese. Il defunto voleva solo scaldarsi.
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I fumi tossici lo hanno debilitato fino a smorzargli la vita. Una vera tragedia che si poteva evitare. In paese. in provincia di Rovigo, è lutto cittadino come stabilito dalla sindaca corrente, la salma è stata consegnata ai suoi familiari.