A scuola senza avere le giuste qualifiche, scoperta per caso dovrà fare i conti con la giustizia. Su di lei una grave accusa.
La scuola è un diritto ma è anche un dovere: studenti e professori sono tenuti a rigare dritto e ad ubbidire a ciò che ha decretato la legge. Appunto…la legge. Da qui però ad essere un finto professore e ad insegnare senza sospetti ce ne vuole.
Questo è ciò che è stato scoperto in una scuola di Monza dove una maestra ha insegnato per ben vent’anni senza avere il titolo idoneo. La donna ha 53 anni, si chiama Angela Maria Riva ed è originaria proprio della Brianza.
La signora in questione è stata un insegnante di sostegno senza possedere il titolo adeguato, la finta pedagoga ha sempre sostenuto di aver preso la laurea all’Università Cattolica di Milano e il sostegno a Parma.
A scuola senza titolo, la finta insegnante è colpevole di aver truffato la legge. La cifra da versare per il suo imbroglio è esorbitante
Tutto falso! Infatti secondo le indagini, la truffatrice avrebbe anche un presunto diploma di specializzazione. Il raggiro è venuto a galla in un giorno qualunque nel 2018. La presunta maestra avrebbe avuto una divergenza con il preside della scuola superiore di Vimercate.
Il dirigente aveva voluto vederci chiaro in questa signora che aveva un comportamento un po’ dubbio. Una volta fatta la denuncia la maestra ha dichiarato che era vittima di mobbing da parte del suo principale.
I controlli sono proseguiti e Angela Maria si è dovuta mettere da parte visto che stava nel torto marcio nonostante le sue difese estenuanti. La pulizia ha scoperto che la donna in questione non aveva affatto una laurea in psicologia e pedagogia.
Un fatto scioccante per tutto l’istituto abituato da anni a vedere la presenza della finta insegnante prendere posto alla cattedra ogni anno. E’ stata impiegata per oltre vent’anni accanto agli alunni assegnati nel ramo del sostegno.
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E’ colpevole di aver tradito e illuso la legge scolastica con il suo pesante imbroglio. La milanese non ha mai conseguito un titolo. La dichiarazione del falso la costringe a pagare la cifra di 314.000 mila euro che sarebbe la somma degli stipendi e tredicesima accumulate in venti anni.