Influenza aviaria: cosa ne pensano davvero gli scienziati? Quali sono i rischi per il 2023? I dettagli da non perdere.
Il 2020 è stato un anno davvero molto difficile per il mondo intero: a marzo ci siamo dovuti necessariamente firmare tutti. È iniziato un durissimo lockdown portato avanti per mesi in cui siamo stati costretti a rintanarci in casa per evitare la circolazione del virus.
Un anno davvero molto complesso che ha visto purtroppo una grande quantità di decessi in tutto il mondo. Ma ha visto anche la sperimentazione del vaccino che ha salvato molteplici vita. Da quel maledetto marzo, però, sembra ancora non esserci luce.
La situazione in tutto il mondo (ad oggi) è decisamente migliorata, ma le diverse varianti del COVID sono state purtroppo una mazzata tra capo e collo. A questo si è aggiunto anche l’influenza australiana che ha costretto molte persone a letto.
Ci eravamo lasciati poco fa con il dire che oltre al virus COVID-19, sta circolando in tutto il mondo quella che è stata definita influenza australiana. Purtroppo non finisce ancora qui perché è passata in sordina un altro grande problema: stiamo parlando dell’influenza aviaria che ha causato una strage di uccelli sia selvatici che da allevamento.
Gli scienziati iniziano ad essere seriamente preoccupati specialmente perché la variante più diffusa al momento ossia HN 51 sembrerebbe essere davvero molto infettiva. La loro più grande preoccupazione sta nel fatto che possa verificarsi un salto di specie e che di conseguenza questo virus possa trasferirsi dall’animale all’uomo.
Ragion per cui c’è davvero molta allerta e si tiene a monitorare i casi con estrema attenzione. Da diversi mesi, a tal proposito, sono in corso numerosi studi per arginare quanto più possibile il rischio e soprattutto per evitare che possa verificarsi il passaggio dall’uccello all’uomo.
LEGGI ANCHE –> Abbonamento Frecciarossa, il costo per la tratta Napoli – Milano
LEGGI ANCHE –> Lui sa: Denise Pipitone, Piera Maggio si appella a Matteo Messina Denaro
Ad oggi non è possibile fare previsioni a lungo termine, ma è importante sottolineare che c’è un grandissimo numero di contagi tra gli animali.