Salvato da un infermiere: un 67enne di Bergamo è stato colpito da un infarto mentre si trovava seduto ad un bar. Vivo per miracolo, deve la sua vita a “quell’angelo” che si trovava li per caso. Una storia incredibile.
Come la vita di un uomo può restare appesa ad un filo. E come per una serie di coincidenze fortuite si possa arrivare a salvarsi dalla morte. Destino o semplice casualità? E’ questa la domanda che un 67enne di Villa d’Almé (Bergamo) si starà ponendo dopo essere stato colpito da un infarto nella giornata di sabato scorso, nel primo pomeriggio. Erano le 15.00 circa quando l’uomo insieme alla moglie e la cognata si accomoda ad un tavolo di un bar.
Siamo a Piazza Pontida, nel centro di Bergamo, quando l’uomo dopo aver ordinato un caffè si sente male, probabilmente colto da infarto, e cade a terra tra lo sgomento dei presenti ai tavoli del bar. Il destino vuole che a pochi passi dalla terribile scena si trovi un infermiere che senza esitare corre in soccorso dell’uomo, che non da segni di vita.
Come si apprende da Il Giorno, Daniele Trucchi, infermiere 35enne presso l’Humanitas Gavazzeni di Bergamo ed originario di Piacenza, comincia le operazioni di soccorso con un massaggio cardiaco. Poi arriva dalla Polizia Locale, allertata con tempismo, un defibrillatore che lo aiuta a rianimare il 67enne. Che per fortuna si riprende.
“Ho fatto solo il mio lavoro”: 67enne colto da infarto: salvato dall’infermiere Daniele Trucchi
Solo qualche minuto in più e per il 67enne colto da infarto non ci sarebbe stato nulla da fare. Il destino ha voluto che sul posto si trovasse l’infermiere Daniele Trucchi, che dopo aver salvato l’uomo afferma di non sentirsi un eroe, ma soltanto una persona che ha svolto il proprio dovere. Come tanti altri suoi colleghi fanno quotidianamente. Tempismo e fortuna, hanno permesso che si evitasse una tragedia.
Che si stava consumando sotto gli occhi attoniti dei presenti a quei tavoli del bar del centro di Bergamo. Daniele ricorda di aver dato tre scariche con il defibrillatore prima dell’arrivo dell’ambulanza che ha trasportato il 67enne, ormai ripresosi, all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo per le cure ed ulteriori accertamenti.
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Una storia a lieto fine, grazie al tempismo ed alla professionalità di un uomo che non ha esitato, anche se non sul posto di lavoro, nel compiere il suo dovere. Per tanti oggi Daniele è un eroe, ma lui ci tiene a ribadire che ha solo fatto il suo lavoro. Quello che ama e che tutti dovrebbero imparare a rispettare un po’ di più.