Davide Tabarelli: torna la preoccupazione per l’energia, adesso il problema sarebbe legato all’arrivo dell’estate sarebbero queste le preoccupazioni che ha esposto l’uomo.
La produzione elettrica da fonti rinnovabili sta scemando e il motivo non sarebbe legato alla richiesta ma più che altro alla siccità e alle condizioni climatiche. L’idroelettrico ad esempio ha risentito gravemente della siccità degli ultimi mesi, stessa cosa per il sistema Eolico e Fotovoltaico che sono drammaticamente influenzati dalle condizioni meteorologiche. Per questa ragione sembra che le fonti rinnovabili non riescano a stare al passo con la produzione delle centrali tradizionali.
È sufficiente che ci sia qualche variazione nelle precipitazioni per causare un crollo della produzione oltre a tutti gli intoppi burocratici. Le autorizzazioni sarebbero infatti ancora difficili da ottenere e lente da arrivare, inoltre per quanto riguarda l’intermittenza delle rinnovabili, sembrerebbe che queste funzionino solo per un quarto o un ottavo delle ore presenti in un anno.
Sono ormai anni che si parla di accumulo, ma purtroppo ancora oggi non c’è nulla che possa funzionare in questo senso soprattutto quando si tratta di impianti di grandi dimensioni.
Purtroppo la situazione energetica non è delle migliori e arriva la preoccupazione del presidente di Nomisma Davide Tabarelli, il quale ha esposto i suoi dubbi e perplessità soprattutto riguardo l’estate. Ci sono numerosi ostacoli e la situazione non riguarderebbe solo l’Italia gli stessi problemi simili o addirittura maggiori si vedono anche in Nord Europa.
Le difficoltà riguardano ad esempio anche la Germania, lì addirittura senza nucleare in assenza di carbone ci sarebbero gravi difficoltà, stesso discorso anche per la Francia. Nonostante la situazione sia evidente, ci sarebbe nessun piano risolutivo per sostituire le centrali nucleari, il rischio è quello di ritrovarsi in estate magari con alcuni distacchi.
Sarebbe questa la preoccupazione e l’allarme lanciato dalla Tabarelli, l’Italia in particolare purtroppo dipende parecchio dalla situazione nucleare francese che riguarderebbe circa il 10% del fabbisogno. Questo significa che se Parigi quest’estate riscontrerà delle difficoltà ne risentirà immediatamente anche tutta l’Italia. Per il momento non sembrano esserci soluzioni in vista risolutive di alcun tipo.