Chi l’ha visto porta con sè non solo notizie e approfondimenti ma anche parecchio “rumore”. Federica Sciarelli ha passato un brutto quarto d’ora in diretta nella sua trasmissione. A volte il prezzo da pagare è salatissimo.
E’ un programma serio e la conduzione proverbiale di Federica Sciarelli è fuori discussione, Eppure un caso ha messo pepe nella puntata andata in onda proprio pochi giorni fa. Districarsene è stato un lavoraccio.
In pratica come è ben risaputo, ogni tanto c’è una persona che se ne viene fuori con l’ultima suonata, Stiamo parlando di Pietro Orlandi che giustamente non si dà pace pe la la scomparsa della sorella Emanuela.
Dopo tante ricerche e ipotesi ha fatto delle dichiarazioni sconcertanti mettendo in mezzo il papa santo amatissimo da mezzo mondo: Woytila. Il fatto però che che la registrazione di una circostanza avvenuta tempo fa è stata mandata in onda.
Federica Sciarelli ha fatto ascoltare un audio fatto da Alessandro Ambrosini finito tra le mani di Pietro Orlandi. Le voci apparterrebbero ad alcuni malviventi che si riferiscono ad un prelato e a Giovanni Paolo II.
La registrazione è stata messa a disposizione anche della giustizia vaticana per essere considerata. Le voi sarebbero di Marcello Neroni braccio destro di quel famoso “Renatino” della banda della Magliana.
Dal discorso si evince chiaramente il coinvolgimento del papa polacco e di un termine in particolare. Il giornalista Ambrosini non ha condiviso la scelta della Sciarelli di non bippare alcune parole ritenute un po’ sconce per una prima serata.
A tal proposito esordisce con chiari parole:
“Non capisco perché abbia voluto parlare del termine ‘zozzette’, con la signora Natalina Orlandi in studio, davanti al suo pubblico. Quando pubblicai l’audio su Notte Criminale, decisi di ‘nascondere’ alcuni termini offensivi nei confronti di Emanuela, del cardinale Casaroli e di Giovanni Paolo II. E li nascosi per evitare il pubblico ludibrio nei confronti dei protagonisti di questo racconto che ancora è congettura”.
Il tono è davvero inquietante anche perchè sono parole già di per sè ambigue se poi si pensa riferite ad un papa che ha portato per anni i segni di tanta sofferenza è il culmine. Ancora insiste nel dire che:
“Lei l’ha reso pubblico sapendo benissimo che non raccontava niente di più sul caso di Emanuela, in termini investigativi”.
Anni fa il mondo intero pianse lacrime amare per il lutto della morte del papa che arrivava oltre il muro di Berlino, per chi ha fede e per chi crede sono solo parole al vento.