Grandine grossa nel corso dei mesi dell’estate: vediamo cosa è, quando può avvenire e quando può essere pericolosa.
La grandine è senza alcun dubbio uno degli eventi atmosferici più preoccupanti. Può causare infatti danni, anche ingenti, alle colture, ai tetti delle case, ai mezzi ed anche alle persone.
Non è purtroppo raro che le grandi grandinate possano ferire o addirittura provocare la morte di persone. È possibile prevedere le grandinate, anche se non è sempre possibile localizzarle con precisione.
È tuttavia possibile l’emanazione di allerte per alcune aree non troppo estese. Ciò in quanto questi eventi, in particolare nel corso dei mesi estivi si associa ogni volta a nuvole temporalesche.
La creazione della grandine è dovuta a grandi turbolenze formate nella nuvola temporalesca, nel momento in cui vi è elevata difformità fra la temperatura del terreno e quella in quota.
Stiamo parlando – spiegano gli esperti di ‘3Bmeteo.com’ – di un graduale incremento di contenuti nuclei sopra e sotto lungo un orizzonte termico che parte da temperature che superano di poco lo zero e arriva a temperature di poco più basse.
La dimensione del chicco è proporzionata alla forza della turbolenza in quanto più potenti sono i venti che risalgono dal fondo della nuvola, più alto è il peso del chicco che potrà essere mantenuto in quota prima di cadere.
Le più grandi turbolenze avvengono nel corso dei mesi estivi, nel momento in cui l’aria maggiormente fresca entra sopra un substrato umido e caldo, ma si devono fare delle differenziazioni.
Vi è difatti una differenza fra le pianure e i rilievi. Di certo le pianure sono maggiormente calde rispetto alle aree montuose ed è per questa ragione che sono anche le zone in cui è più probabile la grandine grossa.
Anche le aree pedemontane, le zone di passaggio fra pianura e rilievo, in particolare per via della forzatura orografica, possono essere coinvolte da grandine di grandi dimensioni.
Un clima meno caldo invece hanno i rilievi e in generale la grandine è meno grossa.