Vulcano Marsili, pericolo tsunami in queste tre regioni italiane. Cosa potrebbe accadere? Le risposte degli esperti
L’Italia è un paese particolarmente attivo dal punto di vista vulcanico e i principali sono il Vesuvio, uno dei più famosi al mondo e ricordato in particolar modo per la catastrofica eruzione del 79 d.C. che rase al suolo le città di Ercolano e Pompei. E ancora, dobbiamo citare oltre modo l’Etna, in Sicilia, non solo tra i più alti in tutta Europa ma senza alcun dubbio uno dei più attivi.
Sono da considerarsi in attività anche i vulcani sottomarini che si trovano generalmente sul fondo del mare o degli oceani: sono molto comuni anche nel territorio nazionale e in gran parte del mondo si sostiene che possano essere la causa di tsunami. Oggi, grazie al progresso scientifico e tecnologico si sono fatti innumerevoli passi avanti per quanto riguarda l’esplorazione e le pressioni delle profondità oceaniche.
Vulcano Marsili, lo scenario che si prospetta: pericolo tsunami per tre regioni
Vogliamo parlarvi proprio di un vulcano sottomarino: il Marsili che si trova nel Mar Tirreno meridionale a metà strada tra la Sicilia e la Calabria. Questo lo rende anche il vulcano più esteso di tutta Europa, considerato potenzialmente pericoloso, perché la sua eruzione potrebbe portare ad un maremoto. È stato scoperto nel XX secolo dallo scienziato Ferdinando Marsili che gli ha dato il suo nome.
Come si menzionava in precedenza, la sua attività vulcanica viene considerata pericolosa e le notizie attuali non sono delle migliori: il vulcano “si sta risvegliando” e se dovesse essere così potrebbe provocare una forte tsunami in grado di colpire non solo Sicilia e Calabria, ma anche la Campania. Un eventuale disastro del genere porterebbe a un numero impressionante di feriti: il tutto troppo difficile da prevedere seduta stante.
Le parole degli esperti
Volendo scendere più nel particolare, abbiamo accennato essere uno dei più grandi per quel che riguarda l’estensione, ma ancora al di sotto di circa 450 m rispetto al livello del mare: pur tuttavia se quest’ultimo eruttasse, la lava che si andrebbe ad accumulare potrebbe essere in grado di “far crescere lentamente il vulcano in altezza”, arrivando ad emergere dalle acque del Mar Tirreno.
È inoltre doveroso fare una precisazione: con il verbo risvegliare, non si intende che è stata monitorata attività vulcanica, dunque un imminente eruzione: sono stati presi in esame alcuni dati circa “l’attività idrotermale” risultate essere sicuramente poco esplosive.
Ipotizzato anche lo scenario più terribile e di una eventuale eruzione che andrebbe a verificarsi a 500 m al di sotto del livello del mare portando non solo alla deviazione di tutte le rotte, ma anche ad un possibile tsunami.