Ciclista italiano multato di ben 860 euro: il motivo è davvero sorprendente. Le sue parole fanno il giro del web
Davvero un brutto quarto d’ora per l’architetto Giuseppe Scaglione che si è ritrovato con una multa di ben 860 euro sul groppone. Il tutto è avvenuto sei anni fa, quando un uomo in sella alla sua bicicletta ha ricevuto una ammenda di 45 € per aver attraversato le strisce pedonali. La contravvenzione non era stata mai pagata, anzi contestata dallo stesso.
Come si accennava in precedenza, l’episodio risale al 2017 quando – in procinto di perdere il treno per il lavoro – l’architetto aveva attraversato le strisce pedonali con la sua due ruote. Ore 7.40, città deserta: solo il fischio del vigile urbano a segnalare il problema. Secondo la sua testimonianza non vi era alcuna situazione di pericolo per i pedoni, visto l’orario.
Ciclista multato duramente, da 45 a 860 euro di contravvenzione: ecco il motivo
Si diceva che l’architetto scelse di non pagare la multa, anzi di fare immediatamente ricorso. Ricorso che non è stato mai accettato e che di conseguenza ha portato ad una cartella esattoriale di circa 860 €. Dopo quanto accaduto, l’uomo ha scelto di raccontare la sua esperienza, sottolineando di non aver commesso nulla e di preferire, senza alcun dubbio, un minimo di tolleranza in più ad un comportamento così rigido.
Inoltre ha affermato che dopo la segnalazione da parte del vigile, è sceso dalla bicicletta continuando il tragitto a piedi per recarsi a prendere il treno. La versione fornita dalle forze dell’ordine era completamente differente vedeva Scaglione immettersi nella carreggiata in senso contrario rispetto a quello di marcia e, vista la fretta, recapitare la multa a casa.
L’architetto ha ammesso di aver contattato numerose volte il sindaco, ma di non aver mai ricevuto risposta: non voleva farsi togliere la multa, ma semplicemente spiegare la situazione. Oggi si dice essere particolarmente contrariato per quanto accaduto: in passato è capitato di ricevere delle contravvenzioni che sono state immediatamente pagate. “Ma questa no: mi rifiuto” – le sue parole.
Afferma, in ultimo, di aver subito un’ingiustizia: ragion per cui questo atteggiamento nasce dalla volontà di protestare. Ha concluso dicendo di essersi rivolto ad un avvocato per difendere la sua posizione e che si troverà costretto a rateizzare la cifra, visto l’ingente domma.