Canone Rai, l’ipotesi di riforma della riscossione del tributo. Ecco cosa potrebbe succedere. Tutti i dettagli.
Il Governo potrebbe mettere a punto una riforma del canone Rai, anche se ancora non è chiara in quale direzione. Non è escluso che il canone possa essere inserito all’interno dell’utenza telefonica mobile.
Tra le ipotesi c’è dunque che nel momento in cui ricaricheremo lo smartphone possa essere scalata una cifra per il pagamento del canone.
In Commissione di Vigilanza il ministro dell’Economia Giorgetti ha spiegato che ci sarebbe una “pluralità di ipotesi di riforma del canone Rai allo studio“.
Da diverso tempo la Lega, partito di cui fa parte lo stesso Giorgetti, parla di abolizione oppure di azzeramento nel giro di cinque anni. Tuttavia riuscire in questo obiettivo è tutt’altro che facile. Infatti la richiesta dei nuovi vertici della Rai, decisi dal centrodestra, è quella di non eliminare il canone.
Giorgetti ha affermato che “l’ipotesi potrebbe essere scorporare dal pagamento del canone una quota relativa agli investimenti sostenuti dalla Rai, a sostegno per esempio della capacità trasmissiva“.
Si parla di trecento milioni circa annui, che verrebbero posti a carico della fiscalità generale, rendendo così inferiore il canone Rai.
Canone Rai, ipotesi pagamento legato allo smartphone
Giorgetti ha anche ipotizzato il canone sullo smartphone. “Nel medio periodo va aperta una riflessione sul pagamento del canone, attualmente legato al presunto possesso di un apparecchio televisivo – ha evidenziato il Ministro dell’Economia – Ma le nuove modalità di sviluppo e di fruizione, come dimostra Raiplay, consentono di fruire dei contenuti Rai usando vari device“.
A questo punto ha reso noto. “Qualora il presupposto diventasse il possesso di un’utenza telefonica mobile, si avrebbe un aumento della platea e quindi una riduzione del costo pro capite del canone. Oggi sono 21 milioni i cittadini che lo pagano, mentre le utenze telefoniche attive sono 107 milioni“.
Tuttavia lo stesso Ministro dell’Economia ha ammesso dei “problemi di applicazione“, in particolare all’interno del “calcolo di utenze per nucleo familiare“. Per tali ragioni si dovrebbe determinare “un tetto massimo per evitare il pagamento di una somma più elevata“.