Calcio femminile, un passo avanti nel superamento delle restrizioni religiose: la prima volta di una calciatrice in campo con il velo.
Un quadro emozionante, un avvenimento unico che ha reso una partita di calcio la più significativa mai giocata. Ancora una volta lo sport si qualifica come un incontro, non solo sportivo, ma anche di alte levature morali.
E’ stata disputata un match calcistico tra la Corea del Sud e il Marocco, fin qui nulla di strano, ma aspettate a sapere quale fatto eclatante è emerso ancor prima del fischio di inizio. Una giocatrice aveva il velo: lo hijab.
E’ una notizia che ha fatto il giro del mondo per un unico motivo: era un divieto assoluto fino a qualche tempo fa. Oggi invece è stato smantellato e lo sport apre le porte anche alle sportive che esprimono la loro fede così.
Calciatrice in campo con il velo: la prima volta di un’atleta nello sport femminile
Nouhaila Benzina, è un potente difensore della nazionale femminile di calcio appartenente allo stato del Marocco. Il dio della fede, che va per la maggiore, è Allah e il velo è un simbolo della religione.
La bravissima e talentuosa calciatrice ha avuto il permesso di indossare lo hijab, è scesa in campo a disputare la partita con le sue compagne. Un atto naturale, che fa parte della sua vita quotidiana.
Coprirsi il capo e le spalle è un segno distintivo del credo musulmano, le donne che appartengono alla religione, sono libere di indossarlo per manifestare ciò in cui credono. Benzina ha deciso di proseguire a presentarsi con il velo.
Lo sport è anche espressione e non ostacolo, una circostanza che ha suscitato curiosità ma anche rispetto. Fu una giocatrice di pallacanestro, Asma Elbadawi, originaria del Sudan, a favorire il processo di richiesta per tenere il copricapo.
La federazione sportiva ha dato il lasciapassare per chiunque voglia mettere su il velo anche in una competizione sportiva. Nulla di controverso quindi, tutto lecito anche perchè, la libertà di indossarlo è puramente arbitrario.
La partita si è svolta come di consueto e presto ci si è dimenticati del “passo in più” che ha voluto fare la giovanissima atleta, anche molto dotata. Un match disputato tra spintoni, difese e il goal che ha qualificato il Marocco per la finale.
Benzina è stata una delle protagoniste, è vero che era da subito riconoscibile, ma la sua velocità sul campo è stata determinante per portare a casa il punto della vittoria. Il team ha stregato i tifosi.
L’esempio della giocatrice è determinante e costruttivo: parla di una voglia di venire fuori anche grazie alle proprie credenze personali. Una casistica che non deve far storcere il muso, è solo un fatto di fede.
Il gesto di Nouhaila Benzina è stato apprezzato: una marcia in più, di sostanza, nella libertà di espressione, in questo caso con il velo. Basta con le restrizioni e avanti con il superamento. La religione fa parte di questo.